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Amarone. Storia di un errore fortunato. Il più celebre dei vini della Valpolicella, infatti, nasce proprio da un errore. Da una botte di Recioto dimenticata in cantina per l’inverno, dando tempo ai lieviti di mangiare tutto lo zucchero contenuto nel vino. Chi lo assaggiò pensando di trovare un vino dolce, rimase stupito dall’Amarone di quel nettare. Ma quanto era buono? L’Amarone della Valpolicella Riserva Rocca Sveva è figlio di una terra fertile, dalla passione e da tanto, duro, lavoro in cantina. Dopo la vinificazione, l’affinamento avviene in grandi botti di rovere, dove viene lasciato maturare all’incirca per 48 mesi, da qui la menzione Riserva. Poi, prima della commercializzazione, viene lasciato ulteriormente riposare in bottiglia per alcuni mesi in attesa che raggiunga il giusto equilibrio. Nel calice si presenta di un bel colore rosso rubino, con profumi intensi ed eleganti. In bocca rivela immediatamente il suo carattere e la stoffa con cui è fatto. Strutturato e deciso, è caldo, morbido, vellutato e molto persistente. Buono oggi, è un vino che non teme di invecchiare. In cantina sa attendere con pazienza la giusta occasione per essere stappato. Deve trattarsi di una serata speciale, dove sulla tavola si susseguono piatti di grande spessore. Ottimo con la selvaggina, è perfetto anche per accompagnare un lungo, lunghissimo, dopo cena. Un pezzetto di cioccolato, in quel caso, è tutto ciò che serve per rendergli giustizia.